Mi presento: sono un uomo di 41 anni. Ho avuto (o sto avendo, anche se la cosa è piuttosto difficile da capire) una relazione con un autistico di 38 anni, conosciuto a gennaio online. Per diverso tempo abbiamo parlato soprattutto al telefono, la sera tardi e la notte, quando era possibile per i suoi orari. Non ho mai avuto sentore del fatto che fosse autistico. Tutto è precipitato quando lui ha proposto di vederci la mattina di una domenica nei pressi della mia abitazione. Sottolineo che io sono serissimo e che non vado cercando relazioni futili, ma qualcosa di serio e lui stesso m'ha confermato il suo desiderio di stabilità allo stesso modo e con le mie stesse parole.
Il giorno prima, mentre siamo al telefono, lui si fa sfuggire un'osservazione sul mio aspetto fisico e io mi irrigidisco. Lui stesso cerca di rimediare, alla fine restiamo d'accordo che ne parleremo l'indomani. Io mi presento all'appuntamento, lui no. Provo a cercarlo, ma il telefono è spento.
Qualche giorno dopo, lui stesso si rifà vivo e ricominciamo a sentirci. Viene fuori che s'è svegliato tardi e che non poteva venire fin da me. Torna lui stesso a ipotizzare un nuovo incontro: anche stavolta trova il modo per farmi litigare e stavolta mi dice che non vuole più vedermi. Io, che m'ero rotto abbastanza della situazione, prendo in mano la situazione e mi reco sotto casa sua, anche perché di lui so in pratica quasi tutto. Sottolineo che ancora, però, non sapevo di avere a che fare con un autistico.
Ci vediamo e scocca (lo deduco dal suo atteggiamento) la scintilla. Si comporta naturalmente, anzi addirittura mi bacia in un luogo pubblico. Aggiungo che per tutta la giornata è espansivo non solo con me, ma anche con le persone che incontra. Anzi io ne ho un certo fastidio, visto che davanti a me arriva ad abbracciare un altro uomo.
Dovremmo rivederci presto, ma all'appuntamento successivo finge d'essere arrabbiato (oppure lo è, ma non riesco a capirlo) per una nostra conversazione e per due giorni non si fa sentire. Alla fine, ci ribecchiamo e la notte stessa viene a trovarmi sotto casa. Passiamo la notte insieme. Sembra che andiamo d'amore e d'accordo. Mi confessa che non riesce a essere intimo se non c'è una forte fiducia nella persona che ha davanti. E sostiene, seppure contraddicendosi, di averla avuta con sole quattro persone nella sua vita, tra le quali appunto me. Dico che si contraddice perché mi ha già raccontato di avere avuto avventure a gogò quand'era più giovane.
Nei giorni successivi sembra che tutto vada nel modo migliore, anche se ogni appuntamento che fissiamo salta. Al che io mi irrigidisco, temo che lui abbia perso improvvisamente interesse. D'altra parte, è quello che succede a molte coppie gay.
Alla fine, mi blocca definitivamente e ritorna online sulla chat dove ci siamo incontrati. Provo a ricontattarlo, anche con identità diverse dalla mia, per vedere come si comporta con altri utenti. Apparentemente, il suo comportamento è lo stesso: non li incontra mai, ma sta con loro a parlare per diverso tempo.
Alla fine, mi riconosce e torniamo insieme. Mi spiega d'essere autistico, finalmente, che non s'è recato ai nostri appuntamenti non perché stanco, ma perché ha paura di guidare di giorno in mezzo alla gente. La sua vita si svolge soprattutto di notte, quando tutto è più tranquillo: quando sostanzialmente ha meno paura. Lo spaventa la mia gelosia, anche quando è solamente una figura retorica (gli ho detto ad es. che ero geloso del suo cane: naturalmente non intendevo in senso letterale, ma solo metaforico).
Gli chiedo di evitare di continuare a chattare con altri, questa volta; gli confermo che voglio continuare a stare con lui perché mi sono innamorato; gli dico più di una volta che sapere la verità su di lui non mi allontana per niente e che anzi sto provando a informarmi sull'autismo (ecco come sono arrivato su questo sito e su altri). Lui ne sembra felice.
Nei giorni successivi, vista la presenza di parenti a casa sua, non ci sentiamo quasi per niente: è sempre stanco, gli riesce difficile vivere tra le sue cose messe in disordine. Una volta, contattato per sms sulla sua disponibilità a parlare, mi risponde, troppo presto tuttavia per il suo lavoro, di essere già a letto. Io, che ho un certo sesto senso, immagino che ci sia qualcosa che non va: rientro nella chat dove ci siamo incontrati, verifico che lui non s'è cancellato dal sistema, che ha abilmente nascosto il profilo all'esterno del sistema e che soprattutto ha chattato la notte precedente, fino alle quattro del mattino.
Quando cerco di parlargliene, lui si nega al telefono: non vuole discutere, sostiene che io lo sto asfissiando con la mia gelosia (prima in realtà ne sembrava quasi felice). Io torno a dirgli che lo vorrei capire ed accettare nel modo più completo.
Alla fine, visto che si rinchiude a riccio, lascio perdere. Sono due giorni che non lo cerco, non lo chiamo, non provo nemmeno ad entrare in chat dove so che c'è lui, tutte le notti, fino ad orari imprecisati.
Io vorrei capire se un autistico possa avermi mentito, se tutto quello che m'ha detto possa avere un senso o se sia semplicemente un modo per farmi del male. Vorrei capire se è possibile ipotizzare una strategia di comportamento che possa facilitare un nostro rapporto. O semplicemente se sto solo perdendo tempo in quest'innamoramento che per me è importante e che apparentemente per lui è invece solo una seccatura.
Vi ringrazio di tutto il sostegno che mi potrete dare. Gigi.